Mattia Balsamini interpreta il Clay

In occasione del decennale, Desalto affida a Matteo Balsamini una nuova interpretazione visiva di Clay. Uno sguardo essenziale che trasforma la fotografia in un’esperienza contemplativa.

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Per Balsamini, Clay non è un oggetto da illuminare: è un volume da ascoltare. Il suo approccio è meditativo, ridotto all’essenziale. Nessun superfluo, nessuna retorica visiva; solo l’incontro tra una forma pura e un occhio capace di sottrarre. Nelle sue immagini, Clay emerge come sospeso: la geometria dialoga con il vuoto, il profilo è scandito da un ritmo lento e misurato. La fotografia diventa un ambiente in cui il tavolo può esistere senza essere spiegato.

Il top metallico del tavolo, protagonista dell’edizione limitata, entra in sintonia con la luce come se fosse una superficie viva. Balsamini la utilizza non per illuminare, ma per rivelare. Ogni riflesso diventa traccia, ogni vibrazione un dettaglio che trasmette la densità materica del progetto. Il tavolo non appare mai statico: sembra respirare nella luce, assumendo nuove forme, nuove profondità. La fotografia diventa così un esercizio di percezione, in cui Clay rivela la sua natura scultorea con una forza ancora più intensa.

Il risultato non è un semplice shooting, ma una narrazione visiva che vive nello spazio tra ciò che è mostrato e ciò che è suggerito. Le immagini non descrivono l’oggetto; lo sfiorano, lo accennano, lo evocano. In questo spazio di quiete e sospensione, l’edizione limitata trova il suo carattere più intimo: non solo un prodotto celebrativo, ma una presenza che invita all’ascolto. Una visione che trasforma Clay in un gesto quasi meditativo, amplificandone l’essenza.